Mecenatismo Moderno

“Un tema particolare, che sembra un po’ lontano” ma che “può essere un‘opportunità per il mondo dell’impresa per avvicinarsi ai valori”, così Luca Secchi ha descritto il tema del mecenatismo sostenuto dalle aziende. Se ne è parlato mercoledì 8 novembre presso l’auditorium BCC, insieme all’ex presidente di Confindustria Luigi Abete, che ha confermato l’importanza dell’azione sociale delle aziende.

“È  un servizio che ci serve a compensare il nostro benessere” ha spiegato Abete, ed è necessario che anche le aziende lo facciano, in maniera del tutto complementare e non conflittuale con gli enti. Ma come far crescere ulteriormente l’attenzione verso il sociale? “Occorre creare attenzione verso i luoghi della cultura” e il mezzo sarebbe la creazione di distretti culturali che contengano le migliaia di borghi italiani, basando la sinergia attorno a figure o elementi iconici, creando così percorsi altamente attrattivi. 

“Non ci sono solo il ministero e i cittadini, ma – secondo l’ex presidente di Confindustria – ci sono anche la regione, la provincia, il comune e la Chiesa”, che però devono essere attori di coordinazione, mentre l’azienda che immette liquidità deve essere il vero mandante.

“No alla paura di internet” è il mantra di Abete, perché “più si sviluppa la tecnologia informatica, più si sviluppa la voglia di toccare con mano le attrazioni” e poiché oltre alla sensibilità, serve anche “l’espressione di essa”, per poter raggiungere le centinaia di milioni di turisti che si muovono per il mondo ogni anno. 

Riferendosi a Treviglio, Abete esprime la necessità di “far fermare la gente che passa di qua per una mezza giornata”: per farlo occorre, oltre alla patrimonializzazione dei beni materiali ed immateriali,  “spingere gli imprenditori a trovare domande inespresse da soddisfare, oltre a essere buoni contribuenti”. 

“Il covid ha portato a molte scelte” ha spiegato il sindaco Imeri, anche se le nuove misure “hanno messo a disposizione fondi per la rigenerazione urbana”, che a Treviglio superano gli 8 milioni di €.  Queste spese servono anche a colmare il gap, nato dall’idea che Treviglio non sia una città turistica. In realtà Treviglio, secondo Imeri, è “una città di passaggio, di imprese con indotti, ma anche di esperienze culturali significative”. Lo stesso mondo culturale genera indotto, che può essere intercettato grazie alla promozione, coinvolgendo anche gli istituti scolastici secondo il sindaco. “Vivere in una città attrattiva – ha spiegato – migliora anche la qualità della vita”.

“Quando sono arrivato a Treviglio – ha raccontato Mons. Donghi – ho avuto l’impressione di essere salito su un treno in corsa”, idea che “ha mosso anche la nostra comunità cristiana”. “Il patrimonio della Chiesa – ha precisato - è tutto a capo della Parrocchia e dei parrocchiani, che lo hanno costruito e custodito”, anche perché “l’arte precede e continuerà” chiunque. 

Mons. Donghi ha quindi mostrato i grandi investimenti fatti per il Santuario e la Basilica, quelli per le opere in arrivo (l’Emporio della Carità di via Casnida e la nuova casa per adolescenti) ma anche quelli che si spera di poter realizzare, due nuovi luoghi di aggregazione e di convivialità, come il Centro Cattolico nell’ex Monastero di Sant’Agostino e il nuovo centro sportivo dell’Oratorio di Sant’Agostino. “Ce lo dice la storia dei primi cristiani: la vita comunitaria è molto più formativa”. Mons. Donghi ha infine spiegato il nuovo assetto della rete degli oratori: “stiamo cercando di ripensare l’identità dei nostri oratori: non ce ne deve essere uno identico in ogni comunità”, sostenendo la necessità di destinare ciascuno ad una finalità unica e specifica nel suo genere.