Cristo Morto

L’opera, in legno policromo, rappresenta Cristo morto deposto nel sepolcro ed è databile al XVIII secolo. L’anonimo scultore ha connotato con toni particolarmente drammatici il volto di Gesù, rappresentato con la bocca semiaperta che evoca l’ultimo respiro esalato dal Figlio di Dio.

 

Le mani e i piedi mostrano i fori dei chiodi e sulla fronte stille di sangue richiamano la presenza della corona di spine.

 

La statua fu probabilmente commissionata dalla Confraternita dell’Entierro, documentata a Treviglio dal 1639 al 1757, che si occupava delle cerimonie legate alla Passione di Gesù; il termine Entierro è di origine spagnola e significa ‘sepoltura’: in Lombardia la diffusione del culto dell’Entierro, ovvero di Cristo deposto nel sepolcro, avvenne ad opera della ‘Congregazione del Santissimo Entierro in San Fedele’, già esistente nella prima metà del XVII secolo.

 

La scultura originariamente era collocata in una teca nella Cappella del Crocefisso presso la Basilica, negli ultimi decenni del Novecento era custodita nella nicchia della Sala dei Confratelli dove si trova attualmente.